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L’e-commerce italiano parla straniero. A meno che…

Data di inserimento: 22/04/2016

Cresce il fatturato complessivo del commercio digitale in Italia, che nel 2015 ha raggiunto i 28,8 miliardi di euro (+19% su base annua). A incassare di più, però, sono soprattutto i negozi stranieri come Amazon. Gli shop italiani devono perfezionare i servizi, rendendoli più user friendly, e ottimizzare gli investimenti: serve la creazione di una vera e propria rete, come si propone di fare Fermo!Point.

 

La realizzazione di un network proattivo è essenziale per il definitivo salto di qualità del settore e per evitare che i colossi d’oltreconfine facciano propria la totalità della posta in palio. Mentre Amazon corre, infatti, Poste Shop chiude sostanzialmente i battenti.

 

A mancare sono soprattutto i servizi di supporto agli e-commerce italiani e investimenti mirati in struttura, logistica, promozione. Attori che forniscano un valore aggiunto alle imprese che vendono online, aiutandole nella gestione del delicato processo di spedizione-consegna-ritiro del prodotto da parte dell’utente. In questo senso, Fermo!Point è un’eccezione che, grazie a un sistema innovativo, permette a tutto il comparto di funzionare al meglio.

 

I problemi rischiano di diventare cronici proprio in un periodo in cui la Grande Dsitribuzione sta digitalizzandosi sempre più (+140% del fatturato online), puntando forte sulla vendita di alimentari (+77%) e altri beni di primo consumo via internet. Sarebbe un’altra occasione persa per l’e-commerce italiano.

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